Il nome di Olmes Carretti è legato ai più significativi fenomeni dell’abbigliamento giovane e giovanile degli anni 80 e 90: Best Company, Henri Lloyd, By American ed altri… Brand che hanno rappresentato dei veri “Status Symbol”, capi unici con valenze d’uso, oggetti dalle caratteristiche tecniche perfette, come la felpa, le giacche da regata, le t-shirts di jersey. Prodotti allora come oggi apprezzati in tutto il mondo, rimasti unici per la qualità dei materiali, per le soluzioni tecniche innovative, le grafiche e l’inimitabile uso del colore. La filosofia progettuale di Olmes Carretti, ricca di oltre 30 anni di esperienze e di collaborazioni, è sempre stata imperniata sulle reali esigenze del mercato e sulla specifica destinazione d’uso del prodotto. L’esordio con Spitfire jeans (1975 – 78), avvia un percorso creativo che sfocia nella genesi di marchi di successo ideati e sviluppati dal concetto strategico fino al marketing. Seguono S. Moritz (1976 – 79), By American (1979 – 82), Best Company (1982 – 92), American System (1985 – 92), Il’s (1986 – 91), Europemood (2005), ma anche collaborazioni con brand come Fiorucci (1977 – 78), Robe di Kappa (1978 – 79), Maggia – Gerulaitis (1979 – 80), Henry Lloyd (1986 – 91), Sperry Top-Sider (1986 – 88), Haas (1991 – 94), Hofer dal 1995, Devold (1995 – 98), Tappeti di lana annodati a mano dal 1999. “Nella vita di questo europeo Italiano dell’Emilia, fin da ragazzino, un forte desiderio di conoscenza delle altre culture, ha guidato le sue scelte- Sono numerosi e frequenti i viaggi in diversi continenti, di formante esperienza quelli in India e Cina negli anni ‘70, luoghi ove poi tornerà periodicamente. Il contatto con il pensiero orientale gli ha permesso di capire che la vera essenza spirituale dell’uomo è l’essenza stessa delle leggi che regolano ogni forma di vita: ogni giorno questo pensiero si concretizza nell’attenzione alla natura e alle sue cicliche manifestazioni, un riferimento costante per il suo lavoro. I colori e le forme della natura, in particolare, hanno da sempre ispirato la sua creatività e fornito uno stimolo per lo studio della cromia delle collezioni. Nel tessile, Carretti trasfonde la sua conoscenza in uno studio attento del filato, della sua tecnica di costruzione, dei molteplici effetti sensoriali e materici, sviscerando il gioco trama/ordito in ogni sua parte, sino al dettaglio più minuto. Questa analisi presuppone una conoscenza dei cicli produttivi, delle tecnologie utilizzabili ed una fiducia totale nelle potenzialità della ricerca tecnologica al servizio della creatività”.
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